Le vite pre espatrio, quella durante e infine quella post sono completamente diverse? Sì. Noi siamo diversi, in continua evoluzione e accrescimento se prendiamo in mano il nostro presente con consapevolezza: Maura ci regala una bellissima riflessione, condivisa da tutte noi. Continuate a seguirla sul suo blog MM – Meridian Maura.
Sono una donna expat da ormai cinque anni. I primi quattro a Shanghai e l’ultimo ad Hong Kong. Quando si parte per avventure di questa portata generalmente ci si preoccupa dell’organizzazione fisica/materiale della situazione.
La casa: scegliere il quartiere giusto, vicino al centro ma non troppo, con degli spazi per i bambini ma non isolato, sicuro, pulito.
La scuola: locale, americana, inglese, senza contare poi tutte le varianti bilingue e international se questo termine ha davvero senso quando si parla di educazione.
L’assicurazione sanitaria e gli ospedali del posto: sapere dove andare in caso di emergenza, a che numero di telefono risponde l’ambulanza (ma poi ce l’hanno l’ambulanza?) quali vaccini fare, l’antitetanica, l’epatite A B C Z X, la malaria, la tubercolosi. Senza dimenticarsi la valigia di medicinali per l’otite, la febbre, il mal di gola, l’orticaria, lo shampoo per i pidocchi, i fermenti lattici, l’antistaminico, il collirio, l’amuchina, la saugella, il brioschi e un leggero antibiotico generico che va bene per tutto.
La lingua: non so bene l’inglese ergo non imparerò MAI MAI MAI il cinese, come farò a sopravvivere?
Il cibo: troverò il parmigiano e il San Daniele? Lo zafferano per il risotto? Lo stracchino per le bambine? a loro piace tanto…
Mai che ci soffermassimo a pensare a cosa succederà a noi come persone, individui, donne. Perché l’espatrio non é una vacanza, non é un’avventura, non é una scampagnata in collina il giorno di Pasquetta. L’espatrio ci cambia emotivamente e psicologicamente nel profondo.
È un ribaltamento della vita molto più definitivo di quanto non sia una laurea, un matrimonio, un figlio.
L’espatrio è una linea di demarcazione, un confine che definisce cosa facevi prima e cosa farai, chi eri prima e chi sarai. La vita precedente e quella nuova.
L’espatrio è una porta che sia apre su un nuovo mondo ma anche una porta interna che sia apre su una nuova TE.
L’espatrio è un cammino, a volte piacevole, a volte elettrizzante, a volte spaventoso, a volte disperato. Ma come tutti i cammini lunghi e difficili ad uscirne fuori è una donna nuova, forte delle proprie risorse inaspettate, creativa, aperta al nuovo e incredibilmente bella.
In questi anni ho conosciuto donne normali trasformarsi in donne straordinarie e altre soccombere di fronte alla sfida del cambiamento e frantumarsi in mille pezzi.
Donne arrivate con un inglese balbettante ed andarsene parlando fluentemente non solo l’inglese ma anche il cinese, crescere splendidi figli e inventarsi un nuovo lavoro di successo.
Donne arrivate con valigie cariche di taralli, formaggi, salumi, pan di stelle, riso arborio e innamorarsi così profondamente della cucina asiatica da cambiare lavoro e diventare chef di un ristorante cinese.
Donne arrivate insicure e spaventate da paesini della periferia italiana e ritrovarsi a sfrecciare per la metropoli con lo scooter elettrico rischiando la vita ad ogni incrocio.
Donne rinchiuse in compound creati per gli espatriati e non uscirne mai e donne che finiscono per abitare in palazzoni cinesi ritrovandosi in piena notte a spiegare in cinese (a gesti) al vicino di casa in pigiama di flanella dai colori improbabili, che ha bisogno di un idraulico immediatamente. E provateci se ci riuscite.
Donne che mangiavano solo cibo italiano risucchiare noodles, tofu e bambù da una zuppona fumante piena di glutammato, alla faccia delle intolleranze.
Donne arrivate insicure, affrontare la Cina, una profonda crisi di coppia, un rientro in Italia sofferto e un nuovo espatrio inaspettato e scoprirsi forti, meravigliosamente fragili e con un cuore cosí grande da sembrare tre donne in un corpo solo.
Donne arrivate in un ufficio cinese, buttarcisi a capofitto e ribaltarlo come un calzino mentre si è alle prese con la famiglia, le figlie, la scuola e un amore sfrenato per la città.
Donne arrivate come CEO di una azienda multinazionale, farla crescere e ottenere successo, rischiare di morire per lo stress e decidere che non ne vale la pena, licenziarsi, ristabilire le priorità e gli equilibri, scegliere la vita invece che il lavoro.
Donne arrivate con un marito e rientrate sole.
E poi ci sono io.
Se mi guardo allo specchio mi riconosco, qualche nuova ruga, capelli più biondi, dimagrita, stesso sorriso. Ma se ci fosse uno specchio per l’anima quanti nuovi colori vedrei, quante nuove sfumature, idee, sentimenti, pensieri.
Sono arrivata a Shanghai completamente in balia degli eventi della vita, mamma nervosa con un senso di incompiutezza che non mi rendevo neanche conto di avere. Mi ritrovo ad Hong Kong, mamma serena, insegnante di yoga, in piena fase di ristrutturazione della vita.
Il cambiamento avviene poco alla volta, il cuore si apre al nuovo, la mente si risveglia. E in mezzo a tutta questa confusione tutto si farà chiaro, quello che volete e quello che non volete più. A cosa siete disposte a rinunciare per ottenere quello che è veramente importante per voi.
E mettetevi il cuore in pace, una volta che siete expat lo rimarrete per sempre, anche tornate a casa. Vi sentirete “diverse” e “straniere” anche lì. Cercherete per la vostra città cibi diversi, facce sorridenti, occhi a mandorla. Vi sentirete attratte dalle novità e vogliose di cambiamento. La mente andrà più veloce, il cuore sarà più forte, il tempo scorrerà diversamente.
Quindi a voi che vi preparate a lasciare l’Italia per una qualsiasi altra destinazione nel mondo, non preoccupatevi troppo di cosa portare e di cosa fare. Iniziate a preoccuparvi, nel bene e nel male, di quello che succederà a voi. State per attraversare un confine a senso unico, lasciate la vita precedente per una nuova. La vecchia voi per una nuova, migliore, più vera.
Buon viaggio.
Maura, Hong Kong.
Photo by Roberto Tumini on Unsplash.
Bellissima riflessione Maura. Sono d’accordo con te, spesso ci si concentra sugli aspetti pratici dimenticandosi quelli psicologici.
Buon viaggio a te!
buon viaggio a tutte noi!
Eh si! Anche io nella mia vita ho un prima – dell’espatrio e un dopo…..una linea di demarcazione più del matrimonio e del figlio….
Quanta verità. Si cambia anche senza volerlo e si scoprono lati del nostro carattere finora sconosciuti; si superano ostacoli e si prova ad alzare sempre di più l’asticella, quando ci si rende conto di avere una forza e un coraggio, mai sperimentati prima.
Stupendo questo post. Me lo disse anni e anni fa una parente expat… quando diventi expat lo rimarrai per sempre. Non si torna indietro. Complimenti!
Che poi, chi vorrebbe tornare indietro? Non tanto in Italia, ma a quello che si era prima. Vi capita mai di pensare quante cose diverse avrebbe fatto in Italia la “voi” di adesso?
Bellissime parole! Concordo pienamente che un’esperienza all’estero ti cambia tantissimo ed è buffo rendersi conto a posteriori che alla fine i problemi pratici sono il meno!!
Anche io sto scoprendo tante cose nuove di me e credo sia più facile quando si è lontano da tutto e da tutti, senza più schemi da seguire. W i lati positivi dell’espatrio 😉
Sono d’accordo di cuore di pancia praticamente su tutto…sono un’Expat…fortunata …sono vicina all’Italia a figli amici amiche famiglia..ma sono Expat e non si torna indietro e vado in Italia da straniera… rivedo i luoghi come un film già visto una mille diecimila…troppe volte…..voglia di cambiar canale è stata quella che mi ha fatto diventare meravigliosamente e definitivamente Expat……si cambia, in meglio …si determina si decide si capisce…chi era quella …di prima ? non c’è più….un’altra vita stando ancora in questa wow…miracolo…quotidiano…evviva noi!!!
Bellissima riflessione! Sì, expat lo si è tutta la vita: dopo un’esperienza fatta ben 10 anni fa in US, la vita dell’expat mi ha richiamata ancora. Ora da 6 mesi sono in UK, questa volta con marito e figli. Anch’io mi sono preoccupata solo delle cose organizzative, pur sapendo infondo al mio cuore che i cambiamenti sarebbero stati molto più profondi. Ora sono quasi impaziente, non vedo l’ora di affrontare una me stessa diversa, ma i cambiamenti richiedono tempo…. me lo ripeto ogni giorno!
Buona vita a noi!